Definizione
L’antiziganismo, o romofobia, include tutte le forme di ostilità, violenza, odio e pregiudizio verso la popolazione romanì, i cui membri vengono chiamati dispregiativamente zingari. Si configura come una delle più diffuse forme di razzismo europeo in epoca contemporanea, nonostante sia una delle meno studiate.
Un’altra definizione viene data da Nicolae a questo termine: “è un fenomeno sociale complesso che si manifesta pubblicamente attraverso episodi di violenza, espressioni di odio, sfruttamento e discriminazione, ma anche attraverso discorsi e rappresentazioni prodotti da politici e accademici, segregazione abitativa e spaziale, stigmatizzazione diffusa ed esclusione socio-economica.”.
L’ECRI lo definisce come: “una forma di razzismo particolarmente persistente, violenta, ricorrente e comune, si ricollega a un’ideologia fondata sulla superiorità razziale, è una forma di disumanizzazione e di razzismo istituzionale alimentato da una discriminazione storica, che si esprime, tra l’altro, con la violenza, il discorso di incitamento all’odio, lo sfruttamento, la stigmatizzazione e con le forme più manifeste di discriminazione.”.
I termini antiziganismo e romofobia sono entrati nel discorso pubblico solo di recente, infatti nel 2005 la Commissione Europea li utilizza ufficialmente:
“per combattere antiziganismo/romofobia in tutta Europa, nella consapevolezza dell’importanza di eliminare urgentemente i continui e violenti fenomeni di razzismo e discriminazione razziale contro i rom, dal momento che ogni forma di impunità per attacchi razzisti, dichiarazioni d’odio di gruppi estremisti, sgomberi illegali e persecuzione da parte delle forze dell’ordine motivate da antiziganismo e romofobia incidono sull’indebolimento dello stato di diritto e della democrazia.”
[La forma di discriminazione più simile a questa, e a noi più nota, è l’antisemitismo; la poca rinomanza è dovuta anche della negazione e dell’oblio dell’Olocausto Rom, Porrajmos o Samudaripen, da parte della Germania nazista, che ha provocato la morte di 500 000 romanì.]
Storia dell’antiziganismo
Sin dall’arrivo in Europa, tra l’altro fonte di grande mistero e dibattito, poiché non si hanno dati certi, risalente al 1100 d.C. circa, le differenze tra i popoli europei e la popolazione romanì erano evidenti, essendo innanzitutto nomadi, a differenza degli altri europei, poi per usi e costumi.
Questa condizione di diversità portò i romanì ad essere vittime di stereotipi e pregiudizi, accusati di ogni genere di angheria, come furto, stregoneria o spionaggio, con tanto di propaganda discriminatoria di massa da parte delle popolazioni europee nei loro confronti.
A seguito di questi pregiudizi, nel 1700, vennero promulgate norme contro nomadismo, vagabondaggio ed altre attività a loro strettamente riferite, da parte di alcune figure regnanti in Europa. All’avvento dell’Illuminismo la situazione sembrò migliorare e molte leggi furono ammorbidite e si trasformarono in controllo, dei documenti e delle carovane, e rilevamento, degli individui presenti nel territorio, da parte della polizia, per garantire l’ordine e la sicurezza pubblici.
Le conseguenze delle discriminazioni hanno portato, in diversi momenti storici, a deportazioni, internamenti, sterilizzazioni forzate, sottrazione dei figli ai genitori, fino al sopracitato Samudaripen.
Questo fenomeno, come già scritto è ancora fortemente presente in Europa, per esempio, nel 2007 Repubblica Ceca e Slovacchia vengono condannate dall’Unione Europea per la separazione dei bambini romanì, dagli altri, nelle scuole pubbliche.
Quella dei romanì è una storia di oppressione, emarginazione, rifiuto da parte della società dominante, degrado economico-sanitario, violenza, paura e morte.
L’antiziganismo è intrecciato nel tessuto sociale europeo ed , a differenza di altri razzismi e discriminazioni, è difficile da estirpare e da comprendere.
Con il finire degli Anni 70, le Nazioni Unite, nell’ambito della Commissione dei diritti dell’uomo, si sono espresse segnalando le gravi discriminazioni perpetrate nei confronti della minoranza Romanì, da parte degli stati Europei.
L’UE ha previsto un programma intitolato Decennio di inclusione dei rom, per combattere razzismo ed altre discriminazioni, nel periodo tra il 2005 e il 2015.
Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, nel 2008, ha fatto notare che: “la retorica di oggi contro i rom è molto simile a quella usata dai nazisti e dai fascisti prima che le uccisioni di massa avessero avuto inizio negli anni trenta e quaranta. Ancora una volta, si afferma che i rom rappresentano una minaccia per la sicurezza e La sanità pubblica, non si fa distinzione” fra alcuni criminali e la stragrande maggioranza della popolazione rom, il che è vergognoso e pericoloso”.
l’antiziganismo in Italia
In Italia il sentimento antirom è molto persistente portando l’Unione Europea, nel 2008, ad istituire una commissione per verificare le condizioni dei rom nel nostro stato, concludendo con: “La visita ha permesso di accertare la tensione sociale e il clima che caratterizza attualmente il contesto italiano in merito alla questione dei nomadi. Un senso di disagio e di insicurezza sembra propagarsi nella vita quotidiana dei cittadini italiani e stranieri. Si è registrato un aumento degli episodi di xenofobia, alcuni dei quali caratterizzati da una violenza senza precedenti.”.
La commissione “Jo Cox”, nel 2016, ha riportato ancora dati inerenti a stereotipi, discriminazioni e odio allarmanti, indici di una questione ben lontana dalla risoluzione, ma anche dal semplice miglioramento.
Ho dato tante definizioni e un accenno di storia, ma penso basti guardarsi intorno o sentire certi discorsi per capire quanto quest’odio sia diffuso e ignorato dalle istituzioni.
Stay tuned
Eugenia
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