La Piramide dell’Odio tramite la Rete

Per il ciclo Odio Totale: fino ad ora ho riportato esempi sviluppatisi totalmente nella vita reale, ad oggi, tuttavia, bisogna tenere in considerazione anche l’aspetto virtuale della vita.

Negli ultimi anni, con l’avvento dei social network ed un più diffuso accesso alla rete internet (si stima siano circa 4.9 miliardi di persone a potervi accedere nel anno 2021), è doveroso notare l’ampliamento del raggio d’azione della piramide dell’odio, questo perché l’uomo inventa qualcosa di geniale come internet e l’umanità trova il modo di usarla per fini tutt’altro che nobili. 

Per quanto l’iscrizione ad un social, per poter poi lasciare un commento, sia fondamentale, permettendo già una prima schedatura degli individui, e nonostante l’esistenza di meccanismi e trigger informatici, volti a censurare parole d’odio, non è sufficiente per fermare gli haters. Risulta sempre possibile creare account social e indirizzi di posta elettronici fittizi, e rendere difficile essere rintracciati.

Vale la pena qui citare la categoria degli Incel(s), neologismo dall’unione delle parole involuntary celibate, traducibile in italiano con celibe involontario. I membri, di questa categoria, sono per lo più uomini bianchi eterosessuali, essi affermano di non essere in grado di trovare un partner, nonostante la loro volontà di averne uno, poiché vengono rifiutati per via del loro aspetto fisico, che non rispecchierebbe i canoni di bellezza contemporanei.

Secondo il Southern Poverty Law Center, i siti, in cui gli Incels si ritrovano e si confrontano, sono definiti come “parte dell’ecosistema suprematista maschile online”, includendoli nella loro lista di gruppi di odio.

Un esempio di ciò che questo gruppo ha partorito è Elliot Rodger, autore del massacro di Isla Vista, il 23 maggio 2014 a Santa Barbara in California. Il giovane, all’epoca dei fatti solo 22enne, caricò, poco prima della strage, un video intitolato “Elliot Rodger’s Retribution” , su YouTube, ed ancora disponibile su altre piattaforme, nel quale dichiarava di non aver mai avuto una fidanzata, di non aver mai avuto alcun rapporto sessuale con una donna e annunciando l’imminente massacro. Questo fatto fu per lui l’apice di una vita, seppur breve, costellata e accompagnata dall’odio e dagli stereotipi verso il genere femminile, dal quale lui si sentiva rifiutato.
Infatti Rodger aveva pubblicato un manifesto, Elliot Rodger Manifesto: My Twisted World, 141 pagine di racconto della sua vita e del suo pensiero; un sfogo zeppo di stereotipi, odio, maschilismo, egocentrismo, frustrazione e totale mancanza di speranza per il futuro. Qualora non ve la sentiste di leggere 141 pagine di insensatezze e autocommiserazione, ecco qui alcuni esempi:

[…] how wicked and degenerate women really are. 
[…] evilness of women.
[…] I will destroy all woman because I can never have them. I will make them all suffer for rejecting me.
[…] And I will slaughter them like the animals they are.
[…] women are all mentally ill. 
[…] Women are flawed creatures.
[…] Women are incapable of having morals or thinking rationally.
[…] Woman should not have the right to choose who mate and breed with.
[…] There is no creature more evil and depraved than the human female.
[…] Women are like plague.
[…] Women are vicious, evil, barbaric animals, and they need to be treated as such.”

[…] quanto sono davvero malvagie e degenerate le donne.
[…] malvagità delle donne.
[…] Distruggerò tutte le donne perché non le potrò mai avere. Le farò soffrire tutte per avermi rifiutato.
[…] E li macellerò come gli animali che sono.
[…] le donne sono tutte malate di mente.
[…] Le donne sono creature imperfette.
[…] Le donne sono incapaci di avere una morale o di pensare razionalmente.
[…] La donna non dovrebbe avere il diritto di scegliere con chi accoppiarsi e con chi riprodursi.
[…] Non c’è creatura più malvagia e depravata della femmina umana.
[…] Le donne sono come la peste.
[…] Le donne sono animali viziosi, malvagi, barbarici, e come tali devono essere trattate”

Gli stereotipi sono molto simili a quelli presenti all’epoca della Santa Inquisizione (sì, sto dicendo che questa persona aveva un pensiero più che retrogrado, non dico Mediovale altrimenti Barbero s’offende) proprio a dimostrazione del fatto della loro incredibile resistenza nel tempo, nello spazio, nella cultura e nell’educazione.
[Il linguaggio di odio e disprezzo, di questo giovane, ha portato, in modo premeditato, ad una strage. Nonostante, sia il manifesto che il video, fossero stati inviati, da lui, alla sua terapista e ai suoi genitori e nessuno di loro è riuscito a fermarlo]

Un altro esempio di piramide d’odio, sfociata in una strage preannunciata in rete e poi verificatasi, è quella degli attentati di Chirstchurch, del 15 marzo 2019 in Nuova Zelanda, nei quali 50 persone trovato la morte ed altrettante rimasero ferite, tutte radunate per la preghiera del venerdì, come prescrive la dottrina islamica. L’autore degli attentati, Brenton Harrison Tarrant, e ha trasmesso il video della strage in diretta Facebook, a mo’ di Call Of Duty, diventando virale in pochi minuti.

Nel giovane, già tempo prima degli attentati, si era insinuata l’idea di una vendetta contro i musulmani, ossessionato dagli attacchi terroristici da parte di estremisti islamici. Poche ore prima del gesto estremo , pubblica online il suo manifesto “The Great Replacement”, in cui si dichiara apertamente, tramite una serie di domande si auto-pone e auto-risponde, il suo razzismo ed Eco-fascismo e porta avanti, per tutte e 73 le pagine, lo stereotipo degli stranieri con moltissimi figli, come invasori con l’intento di sostituire le altre persone e le altre fedi e come stupratori.

Lui stesso dichiara di aver trovato in rete il materiale per la sua teoria e le basi del suo pensiero, non riportando però i siti specifici sui quali si è informato, questo fa comunque presumere chi abbia fatto parte di gruppi online, in cui stereotipi e linguaggio d’odio fossero il fulcro delle conversazioni. Il Manifesto ha pubblicato un articolo a riguardo, sostenendo che Tarrant fosse legato ai gruppi neofascisti ucraini del Donbass, ciò è emerso da una denuncia documentata di Samen Boykov.

Questi esempi sono la dimostrazione del potere delle parole e delle credenze errate, e di come l’odio si propaga con velocità, che aumenta online, per via della viralità, per la difficoltà da parte delle forze dell’ordine e dei providers di servizi di rintracciare e arginare questo fenomeno.

Come dimostrato l’hate speech, non è solo un fenomeno virtuale, per quanto ora risulti più evidente, ma è un qualcosa che viene da più lontano nel tempo, con radici profonde e ben radicate nell’essere umano. Le cui conseguenze sono reali e violente, in ogni caso.

Quante prove servono ancora per dimostrare quanto l’odio porti solo alla violenza?

Eugenia

Photo by Jon Tyson on Unsplash

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